Tassi usurari: la Cassazione pronta ad annullare gli interessi per gli istituti di credito. E restituirli al cliente.

Gli interessi sui contratti di mutuo e di finanziamento, sottoscritti negli ultimi anni, potrebbero essere annullati. A stabilirlo è la Corte di Cassazione con una sentenza che è stata definita rivoluzionaria anche se sembra essere passata in sordina.

In questo modo si condanna il comportamento scorretto di alcune banche che, con l’applicazione di tassi usurai, hanno messo in difficoltà le famiglie, costrette a volte a vedere la propria casa all’asta perché in ritardo sui pagamenti delle rate. «Come previsto dall’art.1815 comma 2 del Codice civile, non si annulla il contratto di mutuo nel suo aspetto complessivo ma gli accordi inerenti agli interessi. Per il mutuatario rimane l’obbligo di corrispondere l’intera somma del mutuo», spiega a Lettera43.it Fabio Gaudino, un avvocato dell’associazione dei consumatori “Cento Giovani”.

I TASSI USURARI DELLE BANCHE. Un bel colpo per le banche poiché, come si legge nella sentenza 350/2013, «si intendono usurari gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, quindi anche a titolo di interessi moratori». Ciò significa che, se le banche hanno applicato tassi superiori alla soglia imposta dai limiti di legge, i contratti di mutui stipulati in seguito alla legge antiusura del ’96 potranno essere rivisti sulla base di questa sentenza.

I VANTAGGI PER I CITTADINI. I cittadini potranno così richiedere l’annullamento degli interessi sui contratti dei mutui e, se avviate, il blocco delle relative procedure giudiziarie in seguito al mancato pagamento delle rate. A chi ha stipulato un mutuo conviene rivedere la documentazione e verificare il corretto comportamento della banca che è tenuta alla restituzione delle somme percepite in modo indebito. Inoltre la restituzione può essere retroattiva mentre c’è la prescrizione solo se il rapporto con la banca è terminato da oltre 10 anni.

IL CALCOLO DEL TASSO DI SOGLIA. Ogni tre mesi la Banca d’Italia e il ministero dell’Economia e delle Finanze decidono il tasso di soglia cioè il tasso di interesse che le banche possono applicare ai clienti quando chiedono un mutuo. Per esempio, per il periodo dal 1° luglio al 30 settembre 2013, il tasso di soglia per i mutui a tasso fisso è di 10,3 mentre per quelli a tasso variabile è di 8,6.
Se si supera il tasso soglia, si parla di usura e i clienti possono chiedere indietro i soldi.
I problemi per i cittadini si verificano con i tassi di mora, in pratica sulle penalizzazioni che si applicano quando si è in ritardo con i pagamenti. In questo passaggio, si sono riscontrate delle anomalie poiché le banche applicano interessi troppo alti. Così sommando il tasso di mora e il tasso nominale annuo del mutuo si supera il tasso di soglia e si finisce nell’ambito dell’usura.

Di qui, è nata la necessità di regolamentare e di individuare in modo chiaro quando la banca compie un illecito. Nella recente sentenza, i giudici hanno stabilito che «per calcolare se si è in presenza o meno di tassi usurari nei contratti siglati con banche e società, devono essere conteggiati anche gli interessi di mora». Questa sentenza sicuramente farà tirare un sospiro di sollievo alle famiglie che in questo periodo sono costrette ad affrontare già tante difficoltà economiche.

IL 60% DELLE FAMIGLIE HA UN MUTUO. Considerando che oltre il 60% delle famiglie ha acquistato una casa, il vantaggio per i cittadini è notevole. «Per i consumatori e i cittadini che hanno acceso un mutuo è una vera manna dal cielo», sostiene Fabio Gaudino. «Basti pensare a tutte le famiglie italiane che hanno comprato una casa, impegnandosi con mutui di 20-30 anni. Fino ad ora non era mai stata pronunciata una sentenza simile».

IL SILENZIO DELE BANCHE. Interpellate da Lettera43.it le banche, oggetto della sentenza, non rilasciano dichiarazioni sull’argomento. Da Intesa Sanpaolo fanno sapere che gli avvocati stanno valutando la sentenza e hanno deciso di non pronunciarsi anche perché dicono che in questi giorni è in corso un dibattito con la Banca d’Italia sull’argomento.
Silenzio assoluto da parte di Italfondiario Spa.

È stato chiesto un parere anche alla Banca d’Italia che non è direttamente chiamata in causa ma stabilisce i tassi che devono essere rispettati dalle banche. Anche in questo caso, nessuna risposta. Anzi, dalla Banca d’Italia restano laconici: «si prende atto di una sentenza e non è nostro compito commentarla». Questo, il commento lapidario.

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